Strumento per eccellenza della ripresa ad alti livelli, la cinepresa a cui questo blog è intitolato, è ciò che permette l'impressionamento della pellicola.
La cinepresa lavora solo ed unicamente in pellicola. Tutte quelle che camere invece che lavorano in digitale (cioè non con pellicola) si chiamano invece Telecamere o Camcorder (con qualche eccezione).
Oggi si lavora ancora a pellicola, perchè l'immagine che la pellicola è in grado di formare è ancora nettamente migliore di qualsiasi immagine digitale in circolazione.
La migliore cinepresa presente oggi sul mercato è la PANAVISION (foto in alto), che costa circa 600.000 Euro. Macchine così costose non si comprano quando si gira un film, ma si affittano. La panavision costa circa 900 Euro di noleggio giornaliero e una produzione media gira per almeno 4 settimane. La cinepresa in questione è la più usata fra tutte quelle in circolazione. Film come "I Pirati dei Caraibi" piuttosto che "Spiderman" sono stati girati tutti con la panavision.
Dopo la panavision, c'è l'ARRIFLEX (foto qui accanto), macchina usata molto nelle produzioni Europee e in particolare nelle produzione italiane. l'ARRIFLEX è un'ottima macchina, anche se meno efficace di una panavision.
Una cinepresa è in grado di montare dei veri e propri caricatori (chiamati anche magazzini) che possono contenere al loro interno al massimo 300 metri di pellicola in 35 mm, sufficienti per soli 12 minuti di riprese.
Quindi ogni 12 minuti di riprese, il caricatore va cambiato.
Tutte le cineprese sopra citate lavorano con pellicola 35mm.
Un discorso a parte meriterebbero gli obbiettivi e la pellicola stessa, che magari faremo nei prossimi post.
Oggi, le piccole produzioni con a disposizione budget limitati che variano dai 450.000 ai 700.000 Euro girano con cineprese che lavorano con pellicola 16mm.
Questo perchè la pellicola 16mm costa molto molto meno della 35mm, e di conseguenza anche la cinepresa 16mm ha dei costi di noleggio infinitamente più bassi.
In tutto questo processo ne perde ovviamente la qualità dell'immagine, poichè il fotogramma che si va a formare sul 16mm è più piccolo della metà del 35mm. A fotogramma più piccolo corrisponde immagine più a bassa qualità.
Comunque la scelta di girare in 16mm, nel caso delle piccole produzione, è sempre vincente. Una volta effettuate le riprese e montato il film, si prende la pellicola 16mm e la si fa stampare sulla 35mm allargando il fotogramma. E' chiaro che poi in fase di proiezione la differenza si nota, in particolare si notano puntini neri sull'immagine, ma nella maggiorparte dei casi lo spettatore non se ne rende conto.
Tornando alla PANAVISION, nella foto qui accanto vedete il nuovo prototipo chiamato GENESIS con il quale è stato girato il film "SUPERMAN". La Genesis è una cinepresa che non lavora con la pellicola, ma lavora in digitale con un rivoluzionario sensore. Benchè dalla PANAVISION dicano che le differenze sono praticamente nulle fra la Genesis e la pellicola 35mm, la qualità dell'immagine è ancora sotto al 35mm.
Nonostante ciò la Genesis insieme alla CINEALTA della Sony (con cui Lucas ha girato i tre nuovi episodi di guerre stellari) presentano enormi passi in avanti.
Nella prima foto la PANAVISION, nella seconda l'ARRIFLEX, nella terza la PANAVISION GENESIS e nella quarta la GENESIS all'opera sul set.
2 commenti:
vorrei sapere perchè un camcorder compatto prosumer è "limitato" all'uso di sensori 1/3" - 1/2" - 2/3", non raggiungendo mai la risoluzione del fotogramma pellicola 35mm o 16mm che sia. Questioni di costo (avrebbe un'incidenza spaventosa e improponibile) o solo di dimensioni (non si allineerebbe con la compattezza di certi camcorder)???
Grazie!!
Il sensore è la superficie su cui si impressiona l'immagine. Le camere digitali, al posto della pellicola, hanno appunto i sensori.
In realtà ogni sensore corrisponde a un formato della pellicola. Il sensore da 1/3 corrisponde all'8mm, quello da 1/2 al 16mm e quello da 2/3 al 35mm. Ovvero le superfici di questi sensori sono grandi come quelle delle pellicole sopracitate.
Quindi non è un limite...
Posta un commento